giovedì 19 settembre 2019

Macchiavelli è tornato?

L'ultimo periodo politico italiano è latore di una forte passione che nulla ha a che fare col bene pubblico o con l'arte della Politica; nessuna delle manovre attuate, difatti, può considerarsi gravida di una qualche proposta, di un qualsiasi progetto, da parte di nessuna delle compagini presenti in Parlamento o delle nuove che spuntano fuori da ogni dove.
La manovra ultima di Renzi sembra partorita direttamente dalla mente di Andreotti redivivo o di Macchiavelli. Spingere il suo partito, nell'angolo da anni ormai, in braccio ad un Di Maio, in difficoltà nel suo movimento e sfinito dalle bizze estive di Salvini, che dopo il terzo martini fa cadere se stesso ed il suo governo e si mette nell'angolo dove prima c'era il partito di Zingaretti, ed il giorno dopo il giuramento dei sottosegretari uscire dal Pd per fondare il suo feudo Viva l'Italia, non ha nessuna giustificante strategia politica, ma solo una grande capacità scacchistica partorita da una mente deviata che giustifica il suo successo personale come "bene della Nazione". Niente di più falso. Mettersi con un gruppo di fedeli sul colle dirimpettaio del Governo e dei due partiti politici che lo compongono, mette nelle mani del bulletto fiorentino un potere ricattatorio micidiale per la stessa vita democratica del nostro Paese. Renzi ha oggi la possibilità di tenere sulle spine Conte col suo Governo, Di Maio col suo movimento e Zingaretti, al quale sottrae di fatto la possibilità di decisione della politica del Pd. Conte e Di Maio pagano l'ingenuità di aver creduto che col Pd, turandosi il naso ed eliminando l'elemento più pericoloso ed inaffidabile, il problema fosse risolto. Parimenti lo stesso Zingaretti si era illuso che mettere in ombra l'abetino significasse avere mani libere all'interno del partito, finalmente "suo". Ed in tutto questo, Renzi non ha neppure la necessità di inventarsi un motivo, una linea politica da seguire; gli basta tirare o allentare  il guinzaglio ai suoi quando si deve votare. Non è neppure detto che tutto questo non fosse prima preparato da  pupari che tirano le fila ben nascosti da quando al grullo fu affidato in corsa, da un Napolitano non eletto, un governo dello stesso partito. Fare un Governo col Pd sarà la morte del movimento 5 stelle e di Conte, le due uniche vere novità politiche degli ultimi 30 anni. Se proprio era necessario che il Movimento (ero contrario) dovesse fare un governo per tirare fuori dalla melma il pd, avrei dato a Renzi il ministero dell'altro Matteo, saldandolo alle responsabilità sulla questione più scottante di tutte: quella dei migranti e lo avrei inchiodato alla vita dello stesso..."Hai voluto la bicicletta?..... Oggi, fossi in Conte e di Maio lascerei cadere immediatamente la cosa e andrei alle elezioni. Fuori dal Pd e senza linea e partito, Renzi sarebbe finito se non per sempre...almeno per i prossimi cinque anni.
F.A.Martella

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Proprio quando il soffione esplode in mille pezzetti e sembra morire, il pappo vola lontano a fecondare nuova vita.

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