domenica 29 aprile 2018
Quel primo maggio di 32 anni fa...
Trentadue anni fa, nel 1986, a Torino si respirava ancora la lotta di classe, la partecipazione giovanile alla politica era molto diversa di quella odierna, molto più "fisica". Trentadue anni fa, il Primo Maggio, avevo poco pià della metà degli anni di oggi ed avevo avuto il secondo figlio nel mese di gennaio. La vita allora era molto diversa di quella odierna: c'era la Democrazia Cristiana e tutti i partiti della prima Republica. Uomini politici di statura mondiale in ognuno di quei partiti e c'erano ancora i rimasugli di quelli che erano stati i gruppi extraparlamentari del '68. Al raduno del corteo, in piazza Vittorio Veneto, la più grande di Torino, ci arrivammo con un poco di ritardo, dal Cile erano arrivati un gruppo di profughi, ragazzi scappatione anche per via del bambino che dovevamo preparare. Mantre ci recavamo verso la piazza, cominciai ad essere preoccupato per il caldo pazzesco che sembrava volerci cuocere. Il bambino nel passeggino aveva le guance che erano diventate troppo rosse. L'aria era strana, come se ci trovassimo dietro ad una lastra di cristallo; rovente e ferma, senza un alito di vento. Non mi piaceva affatto. Non avevo mai avuto esperienze che mi facessero capire cosa poteva essere successo, ma avevo letto qualcosa circa le radiazioni delle atomiche di Hiroshima a Nagasaki. Alla testa del corteo c'erano i sindacati e subito dopo lo striscione del Pci, ricordo Diego Novelli, sindaco di Torino fino a poco tempo prima e i giovani della Figc D'Alema e Fassino. I compagni del Manifesto,da tempo diventato Democrazia Proletaria, ci ritrovavamo proprio di fronte a via Rolando, dove era la nostra sede. Ci arrivammo quasi di corsa perchè io non volevo restare al sole col bambino che sembrava accendersi dal di dentro. Salutammo in fretta i compagni e ce ne tornammo a casa. Fu frustrante e scioccante, poichè il Primo Maggio era per noi una scadenza molto sentita, ma anche perchè dopo le sfilate le nostre comitive si andava a mangire ai circoli Arci di Torino. Quell'anno era stato prenotato un circolo proprio vicino da noi per via di Boris che era piccolo, ma non ci potemmo andare. "L'uva fragola" l'avevo prenotata io, accidenti alla mia fissazione sulle onde radioattive che mi dovevano aver cotto il cervello...Qualche giorno dopo, la televisione ci informava che a Chernobyl, in Unione Sovietica, era successo un casino nella centrale atomica e che non potevamo più mangire le insalate, i funghi bere il latte...
https://www.youtube.com/watch?v=Ip_Wy3FzevY
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Proprio quando il soffione esplode in mille pezzetti e sembra morire, il pappo vola lontano a fecondare nuova vita.
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