Insieme a tutto quello che ci viene propinato
nel campo della ricerca e delle novità scientifiche, relative alla scoperta di
pianeti vivibili simili al nostro, ma troppo lontani per essere raggiunti con
le tecnologie attuali,( ed anche
dato per scontato che gli scienziati, siano censurati dai governi, sulla reale
potenza attuale di tali tecnologie), nessuno ha fatto parola sulla reversibilità dei pianeti, né sulla capacità della razza umana
di riusare ciò che in un primo tempo ha usato e, magari, distrutto.
Ma il tentativo di ridare
vita a Marte, la dice chiaramente tutta su questa possibilità.
L’avventura è ormai ad uno
stato tanto avanzato, che ha reso palese a tutti l’intento reale.
La nostra razza, con tutto
il corredo di flora e fauna (anche se al netto delle specie che si sono
estinte) proviene da Marte ed ora, pressati dalla necessità di trovare una
soluzione possibile al sovraffollamento e alla fine delle risorse terrestri, non
ancora in grado di viaggi interstellari, cerca una soluzione possibile ed
immediata per sopravvivere.
Armato di tutto punto come James Appleseed
(Giacomino seme di mele) è pronto a seminare Marte per riportre il pianeta rosso a nuova vita.
Armato di tutto punto come James Appleseed
(Giacomino seme di mele) è pronto a seminare Marte per riportre il pianeta rosso a nuova vita.
Rigenerare Marte, il pianeta
sul quale avevamo fatto prima la stessa esperienza, rendendolo un deserto, è l’unica
soluzione possibile ora.
Quando su quel pianeta
raggiungemmo la massima espansione e tecnologia possibile, sulla terra c’era il
paradiso:
Questo mondo era coperto da
un unico continente ricoperto di foreste primordiali e vergini.
La vita animale giganteggiava
dappertutto e i dinosauri, i veri terrestri, avrebbero impedito a chiunque di
poter allignare qui.
A chiunque, ma non all’uomo
marziano, che somigliava poco a quello terrestre moderno nel quale si è
evoluto.
I marziani decisero che non
potevano fare a meno di colonizzare la terra.
Dopo aver esplorato le lune
e i pianeti del nostro sistema ( su alcune lune avevano persino costruito delle
basi che fungevano da avamposti) decisero che dovevano fare subito qualcosa. I governi
marziani, ormai sotto nel panico, perdevano tempo in chiacchiere marziane,
così, in mancanza di un indirizzo preciso, i militari, limitati nel cerebro ma
non nel muscolo, spedirono contro la terra una bomba di tale potenza che
neppure il più grande degli asteroidi avrebbe potuto fare più danni, se avesse
colpito il pianeta azzurro.
Le polveri che si alzarono
oscurarono il sole per secoli, la pangea si divise e i continenti cominciarono
la loro deriva. Poi vennero il pleistocene ed il pliocene, ma non subito uno
dietro l’altro, perché il pleistocene non voleva finire e s’inventò un periodo
che fu detto pleistocene inferiore o tardo. I più lo chiamarono tardo proprio perché
non la voleva capire di andarsene, ma alla fine dovette cedere e il pliocene
arrivò e fece abbassare il livello dei mari.
Le polveri s’erano posate
ormai e tutto era stato ricoperto. Tant’è vero che quando cerchiamo le ossa dei
poveri dinosauri e anche delle piramidi, li troviamo sotto metri e metri di
terra e sabbia.
I marziani erano ormai allo stremo, Marte era
un unico deserto sempre più polveroso e rosso, ed anche sulla terra c’erano le
radiazioni ancora forti, furono costretti a partire ed arrivare qui.
Quelli che arrivarono qui
adulti erano grigi, mentre l’astronave era una grande cellula di ibernazione di
ovuli fecondati.
Il Comandante atterrò meglio
di come ha fatto la Schiapparelli la settimana scorsa, e quando spense i motori
schiaccio un interruttore e disse: “ Fiat lux!”.. tutta l’astronave si accese e
cominciarono a nascere bambini terrestri.
I primi non erano molto
belli, ma le radiazioni li fecero diventare ancora più brutti e selvaggi.
Alcuni impazzirono ed uno uccise il fratello Abele con una mascella di asino
(dicono, ma era di un piccolo di dinosauro).
Ci vollero molti anni,
secoli e millenni, prima che i nuovi terrestri, potessero dirsi uomini e donne, ma alcuni scienziati
inviati da Marte (ormai morente) vennero sulla terra ad indirizzare verso lo sviluppo ed il progresso la nuova razza ed oggi siamo ancora al punto di rottura
di un pianeta e dobbiamo ripartire.
Se ce la faremo a fare la respirazione a bocca
a bocca, torneremo ancora a casa su Marte,se
no…amen.
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Proprio quando il soffione esplode in mille pezzetti e sembra morire, il pappo vola lontano a fecondare nuova vita.
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