domenica 29 marzo 2020

L'angolo da cui stiamo guardando il mondo e la vita sta cambiando...

Mi guardo, vi guardo, tutti noi, da soli in gabbia come polli senza chiederci cosa stiamo facendo, cosa avremmo fatto se le cose non fossero così? Già, COSI'! Così come? Così abituati da mezzo secolo a coltivare quella che agli inizi degli anni ottanta veniva definita "la nuova malattia del secolo"; la solitudine.  Sono quarant'anni che il Paese é diventato quello con più vecchi al mondo e con meno bambini. Quasi mezzo secolo che la televisione con tutti i suoi canali, l'arrivo dei videogiochi e di internet con le prime chat che ci facevano abituare a passare sempre più ore da soli davanti ad uno schermo, sempre più incapaci di parlare con chi ci viveva a fianco e ogni giorno più capaci di stabilire una connessione con chi stava dall'altra parte del mondo. La tecnologia ha fatto passi sempre più grandi e sempre più veloci in questi doppi 20 anni e ci ha allattato un poco alla volta con il suo cordone ombelicale collegato ad un carica batteria o ad una cuffietta di auricolari, ad una connessione wireless. Siamo così abituati all'idea che internet c'è sempre e che nulla possa farcelo mancare, che nessuno di noi pensa che cosa succederebbe se tutto a un tratto ci venisse spento. Mano a mano che i nuovi arrivati crescevano, superavano noi vecchisempregiovani ex sessantottini, che eravamo rimasti ancorati ai nostri Commodore 64 e Amiga 600 con i nostri Pitfall e Hero, Invaders e Pacman. Poi il mondo, piano piano si capovolse: gli anziani ci sentivamo sempre più stupidi, perché i nostri figli e subito dopo i nostri nipoti sembravano nati con un Master per computer frequentato in utero prima dell'avvento. Quelli nati dopo di noi, sembravano naturalmente portati a rinunciare a qualsiasi rapporto carnale con i loro simili pur di vivere con un aggeggio appiccicato perennemente all'orecchio o gli occhi altrettanto appiccicati allo schermo del loro smartphone, finché qualcuno non inventò l'happy hours. Quello èra l'unico appuntamento a cui i giovani non sapevano rinunciare, anche perché il rituale giornaliero di mille telefonate agli amici prima e dopo per organizzarsi e incontrarsi sembrava saziare completamente il loro fabbisogno giornaliero di verbalizzazione a distanza, ma era solo una scusa: appena ci si ritrovava nei dehors dei bar o attaccati ai banconi dei bar di spiaggia, nei rifugi di montagna o nei centri commerciali, ecco che si attaccavano al loro bicchiere e al cellulare con qualcuno che era dall'altra parte del mondo. Gli anziani siamo stati destabilizzati dalla tecnologia. I nonni non sono stati buttati del tutto nel cesso, perché solo perché i nipoti si aspettavano, ad ogni festa consacrata, il nuovo modello di iPhone o smartphone. Lo scarto culturale ed intellettivo, ci penalizzava, i giovani stavano frequentando scuole moderne che avevano saltato il fosso con la vecchia istruzione che avevamo frequentato noi. Loro studiavano lingue, viaggiavano di più e più velocemente, facevano fruttare quelle amicizie stabilite nella rete, frequentavano corsi online e ci davano lezioni in ogni campo. Anche gli anziani abbiamo fatto in questi lunghi e brevi quarant'anni piccoli passi tecnologici. Spinti dai figli e dai nipoti, siamo stati costretti ad imparare a mandare e ricevere foto e messaggi,  a fare videochiamate, a fare qualche ricerca online. Ma mentre i giovani ci spingono in avanti, ci sono sempre state delle figure che hanno avuto per noi l'accortezza di aiutarci ad allevare i nostri sensi di colpa; quelli per il gap tecnologico che non siamo riusciti mai a superare se non in pochi, quello che invece abbiamo sempre concesso troppo ai figli e ai nipoti, consentendogli di stare troppo davanti ad  uno smart screen e troppo attaccati ad un paio di cuffie. Gli psicologi sono dei terribili Soloni che hanno la grande capacità di creare agli altri seri problemi con il fiato caldo che vendono a caro prezzo: se credete di poter vivere la vostra vita senza sentire il peso di tutto ciò che va male nel vostro mondo, é perché pensate di essere in salvo finchè non entrate in uno studio di una psicologa, ma non siete al sicuro lo stesso, poichè ci hanno pensato loro ad entrarvi in casa ed in testa attraverso i Media e le scuole. La psicologia è capace di spiegarvi, senza mai farvi capire nulla, del tutto e del contrario di tutto. Ora siamo alla somma. il 2020, ha capovolto l'angolo da cui stavamo guardando il mondo e la vita: Il Corona virus ha fatto sembrare la nostra solitudine precedente, come una vita di società e di rapporti come piena ed irrinunciabile. L'isolamento in cui siamo obbligati per legge ha fatto diventare la nostra solitudine un modus vivendi legalizzato. Lo Stato ha capitalizzato le centinaia di proibizioni e coercizioni che in 40 anni ha lasciato scivolare piano piano. Oggi siamo noi stessi a chiedere inasprimento di leggi e di punizioni per chi osa ricavarsi qualche spazio o scusa per uscire dalla carcerazione domiciliare in cui ci hanno ordinato di stare.  Le scuole chiuse avranno il tempo per dimostrare la loro insipienza? Se l'isolamento costringerà gli studenti a casa per lungo tempo, se le madri ed i figli si accorgeranno che possono benissimo studiare in casa propria con profitto, in quanto tempo si accorgeranno che la scuola, come istituzione è ormai eliminabile? Le vestali di Psiche si sono immediatamente adattate alla nuova situazione: non è più una colpa o un problema, far passare ore e giornate davanti al pc, al telefono o alla smart tivù. l'angolo da cui guardavamo il mondo e la vita una volta sta roteando su se stesso e non si ancora fermato. Chissà cosa vedremo una volta che impareremo a guardare le cose da quel nuovo punto di vista. Un'ultima cosa volevo farvi notare; nel '68 pensavo che era strano, ma le cose sembravano avere un ritmo ciclico di 20 anni e i conti erano partiti con il mio anno di nascita: nel 48 c'era stato il referendum Repubblica o Monarchia, il primo voto alle donne, la nascita dell'idea del Mercato Comune Europeo, nel 68, il maggio francese aveva travolto il vecchio continente con una rivoluzione che aveva messo a dura prova l'establishment preesistente, nell'88 l'occupazione dei ciclostili e delle università in tutta Italia sembravano voler dare la spallata al Sistema, poi, dagli anni 80 ad oggi 2020, quarant'anni di sonno, in parte indotto dal benessere, in parte con la tecnologia. ma oggi noto che il 2020 si scrive con due vole venti. abbiamo saltato un ciclo ma al raddoppio ci siamo ritrovati indietro di un secolo: tutti disoccupati, un Paese in prigione e le garanzie precedenti, conquistate in cento anni di lotte operaie e dei proletari, saltate a piè pari. Ed ora prepariamoci a vedere dove finiremo con questo giro di valzer dove la colonna sonora è quella delle sirene delle autoambulanze e delle campane delle chiese per i morti. Abbiamo saltato un ventennio, ma il prezzo è salato nel modo più crudo. Certo è che in questa situazione: senza più riserva di denaro liquido nelle case, in procinto di avere i negozi chiusi e vuoti di generi di prima necessità, senza possibilità di uscire per procacciarsi il necessario, ma penso anche al mercato delle droghe, a quello del lavoro nero, alla difficoltà di procurasi medicine o di ricorrere ad un ospedale, dopo che la rete sanitaria è stata distrutta su tutto il territorio nazionale, dopo la ormai certa impossibilità di creare nuovi posti di occupazione, una nuova economia, dopo che il fallimento delle politiche mondiali non sono riuscite a trovare il modo di salvare il pianeta dalla sua febbre, strano che capiti proprio una malattia in cui la ricerca mondiale non riesca a trovare un rimedio curativo e che obblighi tutto il mondo, quasi in diretta, a chiudersi in una clausura totale. L'unica autorizzata a circolare é la polizia con l'esercito  che intanto ha assunto  il controllo del territorio. Mi chiedo perchè é così difficile ai più di rendersi conto che siamo già in The Day After.  Quel mondo é finito ed i sopravissuti ci dovremo preparare ad uno stato di cose completamente diverso. La fine dell'umanità, prevista dal calendario Azteco ci ha preso in pieno.

Nessun commento:

Posta un commento

Proprio quando il soffione esplode in mille pezzetti e sembra morire, il pappo vola lontano a fecondare nuova vita.

Nota. Solo i membri di questo blog possono postare un commento.