sabato 11 gennaio 2020

Il Marchese del...





Avendo accaparrata la cassetta,
per la seconna volta, da cocchiere
Il vetturino del mio quartiere,
vuole che chi tira la sua carretta
s’inchinino e gli lecchino il sedere.

Dice “Io so io e voi non siete un cazzo!”
facenno il verso ad un famoso attore
“siete solo cartine del mio mazzo
se nun lo fate ve scarto con piacere;
senza provà nessunissimo dolore!”

Così ricatta e tiene in pugno tutti
omini piccoli e donne senza spine
che ogni giorno so più rintronati e brutti
a vedelli così ridotti, nun je credi
stan chini a leccagli il culo e i piedi.

Me sta sul pelo, pecchè sto gran signore
nun sa cos’è la Democrazia.
e nemanco cos’è un allenatore-
che quanno fa la squadra pè la partita-
la vince insieme ad ogni giocatore
e non da solo, col culo a la panchina.

Che pure quando uno è scalatore
famoso che si scala gli ottomila
Je tocca  rispettare il portatore
che senza quello starebbe a far la fila
dietro a la scatola dello scrutinatore.

C’è da capirlo quel piccolo signore
che da infante, appena vide la luce
é stato allattato cor ciuccetto
che era  l’alluce der Duce
e se lo porta tatuato dentro il petto.

Cambiano i tempi si, però l’artista
muta il vestito ma resta sempre lo stesso
perché se uno da piccolo era un lupetto
da grande resta sempre un fascista.
Per questo non sa cos’è il rispetto.


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Proprio quando il soffione esplode in mille pezzetti e sembra morire, il pappo vola lontano a fecondare nuova vita.

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