martedì 26 giugno 2018
Il Patriarca
Il Patriarca
metamorfosi esteriore
Io non cambierò mai, lo confesso,
come un fesso che replica un soggetto,
muta la pelle con il tempo
ma l’archipendolo batte lo stesso osso.
Ristagno come un vecchio ricordo
che resta sempre uguale a se stesso
pur se col tempo cambia il suo profumo
anche il rancore genera il suo processo.
Il tempo che cura tutti i mali,
come matura il colore delle foglie,
su di me sembra acqua sul vetro
altera il corpo, sulle stesse spoglie.
Chi si ferma a quel che vede non intende
poiché la vista è un senso ingannatore
sembra che le cose sono in mutamento
ma restano uguali anche nel cambiamento.
Fatto il confronto di certo non somiglio
a quel virgulto che fletteva un dì nel vento
ora il mio tronco cela anche il fremito
di un’emozione forte, di un tremore.
Se guarda bene però un’eco la sente
e ti riconosce in un vecchio cipiglio.
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Proprio quando il soffione esplode in mille pezzetti e sembra morire, il pappo vola lontano a fecondare nuova vita.
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