lunedì 22 febbraio 2010

Facebook | Associazione Emigranti Sanpaolesi nel Mondo

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1 commento:

  1. Cara Anna,
    grazie intanto per la traduzione, finalmente precisa. Per quanto riguarda il "nostro" paese, sono certo avrai notato e con te spero tutti, che lo pongo tra virgolette. il senso delle virgolette sta proprio in quello che dici tu ma, sta (anche) in quello che dice Salvatore Lancieri. Lui lamenta una discriminazione subita quando gli ... Mostra tuttoamericani mettevano in quarantena su Ellis Island gli italiani pidocchiosi e morti di fame, non era la cosa peggiore che l'America faceva ai nostri emigranti, la storia ci racconta anche di un certo Sacco di Torremaggiore e di Vanzetti giustiziati innocenti e sicuramente potremmo elencare di altri, più fortunati che hanno incontrato ospitalità e fortuna in quello che rimane il più grande paese del mondo.Salvatore Lancieri racconta di un ostracismo subito dal nonno, più che dal padre, gente un pò diversa da una bella e colta ragazza sbarcata da un aereo nel '75. Se avessero trattato male anche te, penso che sarebbe stata giusta una nostra dichiarazione di guerra agli Usa. Io penso che tu abbia ragione anche quando dici che i nostri figli, i nostri nipoti non possono sentire "loro" un paese che non riconoscono appartenergli. Sono d'accordo con te. Ma ben differente doveva essere il racconto che i Lancieri facevano di un paese dove morivano di fame, come tanti, e di un paese, dove oltre a non passasserla molto meglio erano trattati male, per la loro incapacità di parlare bene una lingua straniera. A quel tempo penso che il nonno Lancieri e tanti altri del nostro paese, non parlassero neppure l'italiano e forse non sapevano neppure leggere e scrivere, ma allora perchè il nipote sogna di sentire la terra dei nonni scorrere tra le dita? Perchè nelle case degli emigranti, per quante cose ci possano essere che gratificano le persone, manca quel profumo, quel sapore, quell'aria che noi sentiamo come "natia" e quindi "nostra". A niente vale il ragionamento Anna, è un fatto di cuore. Se valesse il ragionamento il Signor Lancieri e tutti noi altri emigranti, dovremmo chiederci:" Perchè non ci andiamo ad informare dove sono nati i nostri nonni?" dovrebbe mancarci il paese dove veramente sarebbero nate le radici, così scopriremmo che i Longo vengono da Sannicandro e i De Cristofaro da Ischitella, come i Martella, i Laganella, e tanti altri... ma ci mancano questi paesi? No,a noi manca San Paolo. Questo fatto ha stimolato in me, da sempre la ricerca di una risposta ed il mi pensiero oggi è più o meno questo: San Paolo è un paese che non c'è, è un sogno. Ti manca anche quando ci vivi, perchè è un paese che non esise e non ha niente, neppure una comunità accogliente o interessante. L'uomo è, per sua natura, portato alla ricerca di ciò che non ha, siamo esseri incompleti, tutto ciò che desideriamo vive nei sogni. Ai nostri figli abbiamo raccontato ogni particolare del paese e delle persone, per questo non ne sentono la necessità, ma aspetta di non esserci più ed il legame che li lega alla "terra di provenienza" si farà sentire, se non in loro, in quelli che verranno dopo. Credo che ognuno dei nostri nipoti sognerà di "...sentirsi la terra di San Paolo, scorrere tra le dita..." Fosse anche solo per la scusa di farsi un viaggio al paese. Un abbraccio a tutti, Fernando

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Proprio quando il soffione esplode in mille pezzetti e sembra morire, il pappo vola lontano a fecondare nuova vita.

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