sabato 31 dicembre 2016

Il cirro


 Il cirro


Una cicala frinisce sopra il ramo
del pesco in fiore sul bordo della vigna
guardo i suoi fiori  rosa contro il cielo
e nell’azzurro, leggero scorgo  un cirro.
Ed un ricordo mi invade la mente.

Era di maggio, nel primo pomeriggio
e una cicala friniva nel vigneto,
disteso sotto il pesco che fa ombra
ai tuoi capelli stagliati contro il cielo
e nell’azzurro solo un cirro leggero.

Io non ricordo più il tuo volto adesso
ma il tuo sorriso non l’ho mai scordato,
né il tuo profumo che riempie le narici,
sento la tua voce e quel che dici
me lo riporta l’eco  del passato. 

Ricordo poi che un dì sono partito
 e quel pesco  non è fiorito più
ma quando tornai non t’ho ritrovata
tu camminavi lungo un’altra strada
sul mio tratturo non sei tornata più.

Soltanto ora, quel cirro dentro il cielo,
me lo ha riportato alla mente, col frinire
della cicala in questa calda estate.
Una leggera brezza fa sparire
Quella visione in un battibaleno.

Non so chi sei adesso, dov’è che vivi,
chi è che tiene la tua mano,
so solo che se ti penso arrivi
con il fiatone, corri da lontano.
Sento il tuo  cuore che mi batte in mano.

Non t’ho più persa seppur non t’ho più avuta.
Sei quell’amore che non ho mai scordato
Quel canto di cicala in ogni estate
Quel pesco in fiore ad ogni primavera
Quella rondine che non è più tornata.

Sei stata la mia sola gioventù.


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Proprio quando il soffione esplode in mille pezzetti e sembra morire, il pappo vola lontano a fecondare nuova vita.

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