Nell'ultimo decennio ( già, son passati 10 anni dall'inizio di una crisi che nessuno vedeva) sono tramontati e nati, nuovi stili di vita, nuove convinzioni ed anche nuovi sentimenti dentro di noi. Ma noi continuiamo a concentrarci su ciò che vediamo, mancando di prestare attenzione a quello che è cambiato dentro di noi. Lo facciamo perché questo è quello che eravamo abituati a fare prima, anche se ogni momento, a parole o nei fatti, continuiamo ad affermare che c'é assolutamente bisogno di "discontinuità". Ecco, questa é una parola che ha avuto successo in questo periodo di crisi, altro che "petaloso". Un tempo, chi voleva rassicurare qualcuno a cui carpire la fiducia, lo rassicurava dicendo che non si doveva avere paura dei cambiamenti in quando tutto sarebbe avvenuto nella "continuità della cultura o/e politica fin lì seguita dall'azienda, dallo Stato o dalla famiglia. Oggi la politica per prima si é accorta che, se vuoi continuare a fare tranquillamente quello che facevi prima, devi assicurare chi ti ascolta, che garantisci la discontinuità, pur nella continuità del tuo mandato. Insomma, una sorta di garanzia che non farai più quello che facevi prima, come lo facevi, senza assolutamente aver bisogno di dire cosa hai in testa di fare, basta questo e si trova il successo. Ed é questa impostazione mentale che consente di far andare avanti(?)le cose come nulla fosse successo in questi anni. Difatti, il nostro Paese oggi, assomiglia in modo nauseante a quello che pensavamo esserci messo alle spalle.Le banche continuano a rubare ma anche a fallire, i preti continuano a predicare pace e amore ma anche ad aizzare i propri fedeli contro le altre religioni ed essere scoperti i peggiori tra i pedofili. I datori di lavoro che hanno preteso lo smantellamento dei diritti acquisiti dai lavoratori, come sicura premessa di un rilancio occupazionale, continuano ad intendere il lavoro come sfruttamento per arricchire solo se stessi. Con queste premesse è chiaro che le cose restano uguali a prima, proprio in quella continuità che tanto esorcizziamo a parole. Ma allora, perché io dico che dentro di noi, le cose sono cambiate e anche di molto? Perché in questi lunghi 10 anni del nostro recente passato sono successe cose che prima non avremmo potuto supporre sarebbero mai accadute, quali? Beh, non c'è che da scegliere: Dagli attentati terroristici così cruenti e diffusi, alle quotidiane morti in nel mar Mediterraneo di persone che per sfuggire ad una vita di terrore e di guerra, si buttano tra le braccia di trafficanti di esseri umani per finire, quando gli va bene, ad elemosinare al portone di quei paesi che da sempre li sfruttano e bombardano, l'abitudine che abbiamo fatto ai suicidi in casa nostra, all'accettazione nei fatti che la sicurezza é ormai un fatto tra cittadini affamati e coloro che vengono assaliti, la rassegnazione al fatto che i nostri governanti possano essere messi lì da se stessi ormai, senza neppure più le farsi elettorali, la possibilità, tremenda, che due uomini (ricchi) possano acquistare un utero di una donna (povera)per permettersi il capriccio di avere un figlio. Vedete che a guardarle così, ci si rende conto di quante cose sono successe? ed allora perché noi siamo convinti che le cose non cambiano? Perchè in realtà, chi ci amministra non fa politica come dovrebbe, non è la guida che porta un popolo in una direzione o in un'altra, a seconda di un loro progetto, di un sogno. Ma i nostri politici (fa schifo perfino doverlo dire così) sono in realtà dei "cronisti", hanno cio+ bisogno che qualcosa accada prima, che su questa cosa sia possibile individuare come si schiera il consenso dei forti prima e degli elettori dopo, per prendere delle misure poi, affinché risultino gradite al POTERE vero, a quello, unico che può garantirgli lunga vita su quella poltrona. Così facendo uno Stato segue le indicazioni che gli vengono date (imposte) dal Bildenberg. Si sente Presidente del Consiglio anche se nessuno ti ha mai eletto, perché un presidente della Repubblica che non doveva più stare dove si è imposto, ti ha nominato in virtù dell'impudenza. Ma noi, dentro, siamo cambiati eccome. Individualmente, nessuno di noi è più lo stesso. Abbiamo imparato a vivere da soli, incapaci di socializzare perfino una lotta, abbiamo a convivere con la paura di non farcela fino a fine mese, con la paura di perdere il lavoro ogni giorno sapendo che non ne ritroveremo un altro, con la paura di non riuscire mai più ad andare in pensione, con la paura di mettere al mondo un figlio perchè non sapremmo cosa lasciargli nel suo futuro, abbiamo imparato a vivere nel terrore( questa dovrebbero dirla le donne) che il nostro uomo, chiunque esso sia in quel momento, ci possa uccidere e far sparire, perché é vero che queste cose sono sempre successe, ma che da un pò d'anni, le uccisioni di donne da parte dei loro "amori" sia quotidiano. Quotidiano e, spesso, impunito! Siamo cambiati nei consumi, siamo diventati molto meno carnivori di quanto eravamo, spesso vegani... Insomma, in mancanza di indicazioni stradali da parte di chi ci governa, il nostro popolo segue ognuno la propria indole. >Troppo individuale per essere la strada di una Nazione, di un Popolo.
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