lunedì 17 novembre 2014

L'elogio del "mo"

Ed ecco che cosa sta succedendo al sud che chiarisce molto meglio delle troppe parole da me scritte sotto e che dà la misura reale di cosa si dice quando uno dice "mò!"
https://www.youtube.com/watch?sns=fb&v=DHvvuSQnhuQ&app=desktop


Questa particella dialettale, diffusissima nel parlato quotidiano, ma non ufficializzata nella lingua scritta, é, sicuramente, molto più efficace della definizione italiana del suo senso: "mo" é il prefisso della parola "momento" ed è efficacissima, a dispetto della dizione completa del "momento" che rifiuta proprio di specificare davvero quanto lungo sia il lasso di tempo che gli si vorrebbe attribuire: Momento,
 sostantivo, sinonimi:
 Chiunque può dirti "aspetta un momento",  "un momento che arrivo", " può attendere un momento", "si  accomodi un momento in sala d'attesa"; classico delle donne "sarò pronta tra un momento"...potremmo continuare all'infinito, ma tutti sappiamo che barba quel momento di attesa, assolutamente sconosciuto il tempo che durerà. Il "momento" ti pone in una condizione antipatica; tutti abbiamo la sensazione di subire una violenza, un furto indeterminato del nostro tempo che qualcuno ci sottrae a sua volontà. La dizione del momento è una bugia! la stessa etimologia della parola lo dice, ed usa proprio per affermarlo, la nostra amata particella a sottolineare che in quell'istante, contemporaneo e durevole solo il suono del "mo", sta il tempo della verità, per il resto è una menzogna: "mento"! D'altronde anche volendo prendere in esame altre estensioni e significati della parola, non facciamo altro che peggiorarne il suo uso: "ti faccio passare un brutto momento" è una minaccia di lunghe ed atroci sofferenze, altro che piccola frazione di tempo. Terribile poi la minaccia della mamma che, quando non ce la faceva più, ci gridava dietro come lanciasse un anatema: " quando glielo dirò a tuo padre vedrai che ti farà passare un brutto momento" una tortura che durava tutto il tempo dell'assenza del papà e che tramutava il suo agognato ritorno, da gioia in terrore per l'incertezza del castigo. Momento mantiene le promesse del suo sinistro significato: Mo-mento...quando ti trovi a passare un brutto guaio; "...sto attraversando un brutto momento", un periodo non proprio felice: " questo è proprio un momento di....", dal dentista: " apra la bocca, non sentirà niente e tra un momento sarà tutto finito"... Insomma no! Mo-mento è una parola che andrebbe abolita perchè si presta troppo palesemente ai bugiardi, a coloro che ti prendono in giro, non mantiene la promessa in nessun caso!
Proprio il contrario di "mo", la sua abbreviazione dialettale. Mò! vuol dire proprio adesoo, nello stesso spazio temporale del suono, in quel decimo/secondo che lo pronunci e lo odi. Mo vuol dire immediatamente, faccio questo mentre lo dico e prima che finisca di udirlo. Mo si associa con il presente dell'attimo, il suo prolungamento sposta lo svolgere dell'azione nel futuro: "quando arrivi?" "mo, sto quà!" "mo devo fare il caffè" lo dici mentre stai già avvitando la caffettiera, "dammi un bacio" "quando?" "mò!" e la stai già baciando,
"mò me la faccio addosso" lo dici mentre guardi i pantaloni e l'alone scende, in contemporanea, non è la stessa cosa se dici " tra un momento me la faccio addosso" " quando?" "tra un momento..." "ah!, tra un momento..." e già non ci credi neppure tu, che te lo scordi e la fai dopo due ore...Ora vi state chiedendo quando la smetto, vero? e, sono sicuro che vorreste sentirvi dire mò...tremate all'idea che io risponda...ancora un...momento...

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Proprio quando il soffione esplode in mille pezzetti e sembra morire, il pappo vola lontano a fecondare nuova vita.

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