lunedì 2 giugno 2014

il ballottaggio va avanti da sè, con le Regine i suoi fanti i suoi Re...

Questa non l'avevo ancora vista. E' la prima volta che sono comparsa in una recita di paese, così intrigante ed intricata. Ci sono tutte le figure proprie di un saggio di fine corso;scopriamo che ci eravamo preparati proprio tutti per questo, ed ora via! nella settimana precedente il voto di ballottaggio, tutti abbiamo messo in piazza i nostri armigeri. Sono stati aperti gli album e mostrate le figurine e, pare, che ci siamo proprio tutti. Finalmente! finalmente un paese con i suoi rancori, le proprie appartenenze ai clan, le proprie idiosincrasie per i "diversi", la nostra capacità di aprirsi invece, totalmente agli altri, o fare finta di farlo per usarli. C'é, finalmente di nuovo, l'uso della parola parlata più di sempre, seppur frammista di rumori di sottofondo di tasti e suonerie che continuamente riempiono l'aria con una colonna sonora, leggera, ma continua, l'aria freme di onde wi-fi. L'agitazione che pervade l'aria, si cheta un poco alla sera; quando smontati i gazebo dei contendendi, le armate belligeranti si ritirano a fine battaglia, come per ritemprarsi, ma non bisogna lasciarsi ingannare dall'aria cheta della sera, é proprio durante le ore notturne che avvengono i fatti più rilevanti: mentre i fanti e le fantesche riposano, per ritrovare le energie di stare in piedi a presidiare il campo il giorno dopo, i vassalli, le Regine e i Re, siederanno alle loro regali consolle e di là, riempiranno l'aria calma della sera, di sms e mail che si intrecciano al buio umido di questo giugno e gettano le basi per costruire le nuove alleanze sacre per vincere la battaglia finale: l'otto giugno si fa il PAESE NUOVO o si muore e gli altri che premono per la fazione dei conservatori STATE SUL SICURO! La notte entrano in scena i pretendenti, gli scambisti, i detrattori, i fedelissimi che hanno l'asso nella manica e che quasi sempre si riferisce solo a proporre se stessi per proprio quel ruolo in cui ritengono di non aver pari. Il mattino dopo, al levar del del sole, quando gli armigeri più fedeli, lo zoccolo duro dello schieramento eleverà di nuovo il padiglione dove si installerà il capo, seduto nella poltroncina di plastica bianca da giardino  (perfettamente simile a quella del rivale) e da quel gazebo, osserverà e valuterà i sostenitori che verranno a testimoniargli la loro adesione alla sua battaglia. I primi, mattinieri ed un pò abbacchiati, saranno sparute di milizie sparigliate, dagli eserciti dismessi di altri contendenti. Vengono primi, per non essere visti e di solito, hanno inizialmente gli occhi a terra o distratti. Aspettano che qualche vedetta, si stacchi dal gazebo per andargli incontro, come ad accogliere un parente che, finalmente, ha ritrovato la strada di casa dello zio. Raccontano che si, fanno un saluto, ma stavano passando colà per stranissime coincidenze spinti da una esigenza mattutina impellente e poi, si fermano volentieri, alzano gli occhi, parlano sciolti e sembrano aver dimenticato cos'era quella necessità di essere proprio lì a quell'ora. Arrivano tutti e mentre il gazebo si popola di tutti coloro che sono le pedine che anelano a diventar dame, ecco che il paese prende vita e tutti, proprio tutti i cittadini, diventiamo comparse primarie per la disputa: si gioca a tutto campo ed ognuno dà il meglio di sè. Ogni massaia intenta a non dimenticare la lista della spesa che ha in mente, viene distratta dal sorriso di chi le porge il santino " si ricordi, lottiamo anche per lei, l'otto ci voti!". Bisogna ficcare in mano a tutti un santino del candidato a SIGNORE  del Municipio, é imperativo! Il gazebo è, in questi casi, proprio lo strumento che dice il suo nome:Voce ingl.; prob. formata da to gaze ‘guardare, osservare’ con la terminazione -ebo del futuro lat. videbo ‘io vedrò’.  A guardar bene chi e quanti passano di là per salutare, incoraggiare, promettere e a saper leggere bene le facce, le deviazioni di chi non passa da te, ti evita e si dirige verso il gazebo dell'altro fronte, si può davvero avere il polso della situazione, ci si può azzardare ad un pronostico e spesso questo cambia a seconda l'ora, l'affluenza, la fame. I doppigiochisti sono incredibili, sono quelli che aborro di più, ma che rendono il gioco più interessante. Lavorano al buio, di nascosto, con mimiche facciali e strizzatine d'occhi, scivolano come anguille da un gazebo all'altro cercando di mettere sul piatto il loro ENORME peso politico nel paese e cercano di trarne promesse di pari peso dai due schieramenti. Un gioco vergognoso assolutamente ridicolo, peraltro molto praticato ed altrettanto infruttuoso. Insomma il ballottaggio è proprio una cosa che ci mancava e si vedeva, si palpava la sua assenza. Ci sono le coppie che stanziano fuori casa tutto il giorno per cercare voti, lei coi santini in mano il marito col fiato grosso che la segue, c'è la marionetta muta che non saluta mai nessuno, ma che diventa parlante e affabulante in queste occasioni, i lacchè che sembravano scomparsi, i disoccupati che sembrano aver ritrovato fiducia nella vita e sorridono ( si capisce che chi conta di vincere gli ha promesso un lavoro), c'è fermento insomma: vita!  Prima ci comportavamo giusto come se fossimo in una città grande o in un minuscolo ed insignificante centro urbano: votavamo sull'onda della cronaca nazionale, ci attestavamo sulle stime previste nella media e subivamo le elezioni come i rumori del vicino: con un pò di partecipazione, un poco di sopportazione e qualche astio. Il ballottaggio ci ha restituito, finalmente, la trepidazione e le emozioni paesane che non provavamo da ragazzi, dalle guerre di quartiere. Sembra di essere di nuovo tornati a casa. Ci ha ridato e finalmente siamo, di nuovo un Paese!

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Proprio quando il soffione esplode in mille pezzetti e sembra morire, il pappo vola lontano a fecondare nuova vita.

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